'Adesso esisto', scriveva Carla Lonzi giunta al termine del suo diario, 'questa certezza mi giustifica e mi conferisce quella libertà in cui ho creduto da sola e che ho trovato il mezzo di ottenere.
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Tutte le distinzioni, le categorie che esprimevano appunto il costituirsi della mia identità a partire dal dissenso – non vedevo altra via in quanto donna – non mi appartengono più: faccio ciò che voglio, questo è il contenuto che mi appare in ogni circostanza, non aderisco ad altro che a questo.
Dal 1972 al 1977 Carla Lonzi affronta il compito di tenere un diario, sottoponendosi a una lunga iniziazione all’autenticità, a una libertà che si nutre di autonomia e non di opposizione, così forte da essere insieme piena responsabilità verso gli altri. È una vigile e irrinunciabile autenticità a permettere ai rapporti di vivere sfuggendo al continuo richiudersi dei ruoli.
Dopo Sputiamo su Hegel e gli altri scritti dei primi anni settanta, il percorso politico, personale e intellettuale di Carla Lonzi si inabissa e approfondisce dando vita a quest’opera superba, che merita di essere conosciuta e riconosciuta per il suo alto valore culturale oltre che per la sua necessaria radicalità.
Taci, anzi parla è una pietra miliare, uno dei punti più alti del femminismo, e non solo in Italia, un punto di riferimento inesauribile per i problemi di una donna che voglia prendere coscienza di sé, un trattato di pensiero non ideologico, una delle rare 'guide' contemporanee che insegna la via della propria trasformazione.