Attorno al Monte Zebio e agli immediati contrafforti di Monte Mosciagh e Monte Tondo si combatté da maggio 1916 a ottobre 1917. Sull'Altipiano di Asiago la Grande Guerra si articolò in una battaglia parallela che vide l'esercito italiano subire la Strafexpedition lanciata dagli austro-ungarici il 16 maggio del 1916.
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L'offensiva costrinse l'esercito a retrocedere fino a ripiegare al margine meridionale dell'Altipiano. Con la nuova linea di difesa invernale, gli imperiali fecero di Monte Zebio il loro caposaldo: una fortezza naturale inutilmente assediata anche dalle brigate Sassari, Milano, Perugia, e dai reggimenti bersaglieri 5°, 9° e 14°. Il campo di battaglia accolse ogni sperimentazione bellica, oltre alle bombarde e ai grossi calibri di artiglieria: ai lacrimogeni e ai lanciafiamme furono affiancati i gas asfissianti, in cielo i duelli aerei, così come nel sottosuolo, solcato dalle gallerie da mina. Ecco la quotidiana cronaca degli avvenimenti, fondata sui diari storici delle unità presenti e rintracciati negli archivi militari e sulla memorialistica di chi vi combatté, come lo scrittore Emilio Lussu, il martire libertario Don Minzoni e Attilio Teruzzi, presto capo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Trovano spazio vicende poco note come la momentanea conquista della "quota insanguinata" (q. 1706), la prematura e sospetta deflagrazione della mina italiana sotto quota 1673 e il "fuoco amico" scatenatosi sui battaglioni della Sassari nell'imminenza dell'attacco decisivo.
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