Nel 1925 Benito Mussolini fa approvare al Parlamento italiano una legge che mette al bando la Massoneria. Nel dibattito alla Camera interviene anche Gramsci, che accusa i fascisti di aver «rotto le gambe» alla Massoneria per poi «farci il compromesso in condizioni di evidente superiorità». Il Duce lo sbeffeggia, minimizza. Ma c'è poco da scherzare.
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Gramsci in Parlamento non parlerà mai più. Le Logge massoniche continueranno ad essere distrutte, gli affiliati ad essere perseguitati. Come si è arrivati a questo punto? Inizialmente tra fascisti e massoni, uniti dal nazionalismo e dall'anticlericalismo, c'è una sorta di «intesa cordiale». Poi la situazione precipita. Il Fascismo da «movimento» si trasforma in «regime». Mussolini vuole imporne simboli e liturgie, fino a farlo diventare un'autentica religione laica di Stato. La Massoneria custodisce gli ideali risorgimentali dello Stato Unitario, e la sua tradizione iniziatica è un pericoloso ostacolo alla mistica dello Stato fascista. Presto divampa una vera e propria «guerra di religione». Fabio Venzi ripercorre le vicende dei rapporti tra Fascismo e Massoneria italiana proponendo una chiave di lettura alternativa a quella puramente politica, prevalente tra gli storici. Arricchito da un'ampia sezione di documenti -atti parlamentari, leggi, articoli di giornale - questo libro racconta quella che, prima ancora che una lotta per il potere, fu una battaglia per il primato sulle coscienze degli italiani e per l'affermazione di un credo. Fabio Venzi (Roma, 1961) si è laureato in Sociologia presso l'Università «La Sapienza» di Roma. Si occupa da sempre di studi sulla Libera Muratoria e sociologia delle religioni. Dal 2001 è Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia, unica Obbedienza italiana riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra, e membro del Royal Orderof Scotland.