L'identità cancellata : l'italianizzazione forzata dei cognomi, nomi e toponimi, nella Venezia Giulia dal 1919 al 1945, con gli elenchi delle province di Trieste, Gorizia, Istria ed i dati dei primi 5300 decreti
Caso singolare nella storia d'Europa, la gran parte della popolazione di Trieste, di Gorizia, del Tarvisiano e degli istriani in Italia non porta il proprio vero cognome, e spesso neppure il proprio vero nome ne porta altri, inventati ed imposti dal nazionalfascismo italiano.
[...] Anche la gran parte dei toponimi ufficiali dei medesimi territori non sono quelli originali, ma altri, imposti per decreto mussoliniano. Tra il 1919 ed il 1945, nel volgere di soli ventisei anni, nella preziosa area europea di contatto tra neolatini, slavi e germanici furono infatti così cancellati secoli e secoli di identità plurinazionale, formata nelle libere e naturali relazioni tra popoli diversi. Nella sua essenziale brutalità l'operazione politica fu così efficace da cancellare anche le proprie stesse tracce nella memoria individuale, familiare e sociale delle vittime. A qualche decennio di distanza le nuove generazioni non ne hanno più il ricordo, e gli anziani mostrano di averlo rimosso. In quasi tutto ciò che si è scritto e si scrive, anche per firme illustri, sul dramma d'identità di quelle popolazioni, non si fa cenno di questo trauma fondamentale, che pur ne rappresenta la chiave centrale di comprensione. Soltanto la troncatura dell'identità individuale e sociale, al livello identificativo primario del nome stesso della persona e dei suoi luoghi, consentì infatti il successo abnorme dell'innesto, sul moncone dolorante, di una protesi nazionalistica d'identità il cui rigoglio innaturale e maniaco tanto la differenzia dalla vera identità nazionale italiana. Del resto il nazionalismo è sempre troncatura e rimozione della cultura e della storia.