Questo romanzo, sintomaticamente sottotitolato "storia come romanzo, romanzo come storia", è l'ulteriore presa di posizione dell'autore contro una guerra, quella del Vietnam.
[...]
Attraverso il resoconto della sua partecipazione alla marcia sul Pentagono dell'ottobre 1967, lo scrittore inscena un drammatico conflitto di coscienze: intellettuali e hippies, guardie e preti, poeti e militari raccontano o lasciano trasparire il loro disagio di fronte a una realtà che li sovrasta. Romanzo, saggio, cronaca giornalistica e riflessione autobiografica si fondono in questo reportage romanzato, che intreccia la tecnica della fiction allo sguardo attento del testimone di un evento storico.