Il libro è un’analisi tecnica del processo che si svolse a Trieste nel 1976, undici anni dopo la nomina a Monumento Nazionale della Risiera di San Sabba. L’autore inquadra il contesto storico e riporta gli atti del processo che dimostrano come esso sia stato un processo-farsa, ovvero una messinscena organizzata per ragioni abiette di interesse politico.
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Nell’opera si sostiene che tutto l'impianto accusatorio è pasticciato e confezionato con raro dilettantismo. L’autore spiega che la Risiera di San Sabba era una caserma per truppe da combattimento germaniche con il compito di contrastare l'avanzata delle truppe partigiane con azioni militari di rastrellamento all'interno del Litorale Adriatico. Uno dei comandanti della Risiera infatti è caduto in combattimento e riposa nel cimitero militare di Costermano. L’autore ripercorre infine l’esito del processo che si è concluso con la condanna del ten. Joseph Oberhauser, il quale, peraltro, prestava servizio presso il castello di Duino. Ugo Fabbri sottolinea che nelle loro memorie, i superstiti raccontano che il ten. Oberhauser, in occasionale servizio presso la Risiera a guerra finita, ha accompagnato gli internati ebrei alla porta e, uno ad uno, ha stretto loro la mano augurando buona fortuna. Dopo esser stato condannato per i pretesi crimini di guerra commessi in Risiera, il tenente non ha avuto bisogno di fuggire, ma è rimasto nel suo posto di lavoro in una birreria di Monaco e nessuno ha mai chiesto la sua estradizione a comprova che tutti sapevano che egli era stato prescelto pretestuosamente come capro espiatorio in quanto unico sopravvissuto del comando tedesco. Il volume per la sua serietà documentale è stato acquisito dall'Holocaust Museum di Washington e dalla biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. [abstract dell'autore]