Nella storia del cinema l’amore, l’erotismo e la pornografia sono continuamente intrecciati. Dal cinema muto a oggi il romanticismo, il vizio e la trasgressione si danno la mano malgrado la censura, l’ipocrisia e il perbenismo.
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Ma per abbandonarci all’Eros abbiamo bisogno di una storia, dobbiamo conoscere i personaggi, condividerne emozioni e desideri, attendendo, noi con loro, l’imprevisto, quel momento magico che ci fa scivolare nell’eccitazione erotica infrangendo ogni regola, ogni tabù. A eccezione del cinema porno dove la sessualità si impone come fulcro dell’azione, non ci sono dei film erotici come ci sono dei film polizieschi, western, musical, d’avventura o comici. Ma in ognuno di questi generi possiamo trovare momenti erotici, in ogni scena dove due persone si incontrano, nei loro gesti, nei loro sguardi, nelle parole: dal lungo guanto nero sfilato da Rita Hayworth mentre canta “Put the Blame on Mame” illudendo gli spettatori di assistere a un ardito striptease (Gilda, 1946) alle battute finali scandite da Lauren Bacall a Humphrey Bogart: “Non ho niente che voi non possiate guarire” (Il grande sonno, 1946); dai singhiozzi di Catherine Spaak distesa sul letto in attesa dell’amore (Dolci inganni, 1960) alla provocazione sfacciata di Sharon Stone: “Hai mai scopato sotto l’effetto della cocaina? è stupendo!” (Basic Instinct, 1992).