Vi è paradosso ogni volta che due punti di vista opposti e incompatibili appaiono simultaneamente e danno luogo a un conflitto senza esito. Nell'opera di Baudelaire questa assenza di sbocco viene drammatizzata con forza straordinaria attraverso il costante, ossessivo riferimento all'immagine della prigione. Il carcere dell'io, il carcere della grande città, il carcere dell'anima.
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Così pure Nietzsche, in cui il paradosso in quanto forma aperta è il segno stesso di quello stile di pensiero che il filosofo definisce tragico. Pensiero che produce interazioni, lavora per intrecci, compone i contrari, trasforma il conflitto, lo modifica, lo elabora, perché questo è l'unico modo per esplorare un territorio, quello dell'esistenza.
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