Samir Kassir restituisce a Beirut la sua storia plurale e i suoi diversi volti. La capitale libanese è la città degli opposti: allo stesso tempo orientale e occidentale, moderna ma profondamente radicata nella storia, una città che ha conosciuto Pompeo, Saladino, i Pascià Jazzar e Ibrahim e gli incubi di molte guerre.
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Il libro si concentra su ciò che, a partire dal XIX secolo, ha reso Beirut uno dei primi spazi della modernità in terra araba. Non tralascia di raccontarne la genesi, l'arrivo di egiziani, romani, ottomani, le varie crisi, le guerre, ma sempre evitando l'uso di formule sbrigative, giornalistiche (come le cosiddette tre "B": Beirut-banche-bordelli). Esplora le peculiarità, la storia urbana e delle idee di una metropoli cosmopolita, che nonostante le dimensioni modeste ha nutrito un immaginario immenso, anticipando l'essenza ibrida e multiculturale delle principali città del nostro tempo.
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