Il nome della piazza figurava nelle guide della città sino dal 1835, durante la Prima Guerra Mondiale prese il nome dal barone Ambrogio Ralli (benefattore, si ricordano: la Casa degli Sposi, di via Fabio Severo; l'Asilo degli impiegati poveri; l'Albertinum e l'Elisabettino per l'educazione delle fanciulle povere; l'omonimo padiglione dell'Ospedale Psichiatrico; la Fondazione per Bambini Incurabili dell'Ospedale Burlo Garofolo). Nel cimitero Greco Orientale si trova la tomba degli scultori Luigi Conti (1840-1904) e Ivan Rendic (1849-1932), dove riposano Paolo (m.1907), Cimone (m.1918), Pietro (m.1964). Il palazzo costruito da Ambrogio di Stefano Ralli, (monogramma ASR sulla lunetta d'ingresso), del 1851 (architetto Giuseppe Baldini), a tre piani, 41 finestre per piano. Nel palazzo ora ha sede l'Associazione degli Industriali della provincia di Trieste, abitazione di Aldo Pizzagalli, (funzionario della Prefettura), autore de "L'italianità dei cognomi" del 1929. Nel parco dal 1895 i floricoltori Maron avevano il loro vivaio. via Commerciale n. 17 (angolo con la via di Scorcola), progettato e costruito dalla ditta Picciola & Benedetti nel 1911. All'altro angolo con via Commerciale, in un basso edificio (non più esistente), dal 1914 la prima cappella del rione di Scorcola (Padri Missionari del Cuore di Maria), abitazione del sacerdote Luciano Luciani, fondatore di "Vita Nuova". Era la cd. ceseta dei spagnoli, della Confraternita dei Clarettiani, la cappella venne successivamente spostata in via Sant'Anastasio al n. 10, sinchè nel 1955, nella stessa via non venne costruita la chiesa commissionata a Umberto Nordio. Curiosità: accanto alla ceseta esisteva la trattoria "All'Alpino", di proprietà di Virgilio Giust, frequentata assiduamente dal collezionista Diego de Henriquez via di Scorcola n. 14: abitazione del collezionista Diego de Henriquez curiosità: James Joyce nel suo romanzo-poema "Giacomo Joyce", (pag. 51), fa uscire la protagonista Amalia Poper da casa Ralli, che mentre esce fa l'elemosina ad un cieco