Pochi spettacoli nella storia della Scala ebbero il succès de scandale toccato nel 1923 a Tristano e Isotta. Toscanini aveva voluto accanto a sé Adolphe Appia (1862-1928), il grande teorico svizzero, l'innovatore della scenografia nel nome di un'estetica austera ed essenziale.
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Preceduta da un sensazionale battage pubblicitario, la produzione venne contestata dal pubblico e fatta a pezzi dalla stampa. Rimane tuttora l'avamposto di un modo di fare teatro moderno e geniale: "Sono convinto che il Tristano aprirà la giusta strada" (Appia).