palazzo Mauroner via Torino n. 34 (foto) portone al n. 7 di via Torino (foto) già via Cavana, denominazione attuale dal 1964, dal 1919 la via era intitolata al poeta patriota Riccardo Pitteri (sino a quando gli eredi chiesero che gli venisse dedicata la piazzetta del Pozzo del Mare adiacente la via San Sebastiano) via Torino n.
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1: del 1820-30, di architetto ignoto, modificato da Scalmanini nell 1831, e nel 1840 da de Puppi (Buffet "da Siora Rosa") via Torino n. 7: di architetto ignoto, riformato nel 1842 da Semez, modificato successivamente tra il 1928-1977, notevole il portone intagliato con cavalli marini, soggetto presente anche in altri edifici dell'Ottocento triestino via Torino n. 21-23, angolo via Diaz n. 24-26: architetto Antonio Buffi 1839, sede attualemte del bar "Alla Motonave", nel 1908 sede di uno dei primi cinema (Cinematografo Triestino poi Splendor) via Torino n. 8: palazzo Premuda-Senitzer, architetti Giovanni Righetti e figlio, porta sotto il balcone il millesimo 1805 e due aquile napoleoniche, di proprietà anche del conte di Pontgibaud (Giuseppe Labresse), dal 1874 la proprietà fu lsciata dalla vedova al Comune come "Fondazione Stipendi Babette Walmann", dal 1910 sede degli uffici sanitari, poi Congregazione di Carità, poi ECA, abitazione dello storico Giovanni Quarantotto, e del figlio lo scrittore Pierantonio Quarantotti-Gambini (erede del nome Gambini data l'estinzione della famiglia con la morte di Pio Riego), nonchè del musicologo Carlo Schmidl, fondatore del museo teatrale via Torino n. 22: casa Butti, dell'architetto Giuseppe Baldini, con logge balaustra in pietra e ferro, colonne ioniche, lesene doriche, il portone però è degli anni Trenta (la targa apposta dal Rotary porta erroneamente il nome di Pietro Nobile) via Torino n. 28: del 1823 architetto Domenico Corti, proprietario Antonio Dejak, rappresentante di birre ed acque minerali, sul portone troviamo le sue iniziali di fronte al Museo Revoltella si trova il palazzo più prestigioso della via, noto per i suoi interni, particolarmente per l'atrio, e per le decorazioni esterne di Antonio Somazzi (1873), sopraelevato nel 1923, costruito per Leopoldo Mauroner, da notare il balcone sostenuto da quattro mesoloni decorati con teste leonine ed equine, sotto un mascherone baffuto con elmo e cimiero , sul portone le iniziali A.C. del nuovo proprietario Alessandro Covacevich (capo della Comunità Greco-Ortodossa); Antonio Leonardis da Gorizia vescovo di Trieste ed ultimo vescovo italiano sotto l'Austria, ebbe la sua residenza qui dal 1823 al 1827, dal 1918 il palazzo diventa proprietà di Mario Stock, presidente della Sandtex italiana
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