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Presentazione del volume "Confutazione della vista e altre ideologie"

Presentazione del volume "Confutazione della vista e altre ideologie"

5 dicembre ore 17.00: presentazione del volume di Riccardo Luccio

Giovedì 5 dicembre 2024 alle ore 17:00 presso il nuovo  Punto informativo SBA (ala sinistra-piano terra) nell’Edificio centrale A del Campus di Piazzale Europa 1, dell’Università degli Studi di Trieste.
 
 
Il poeta e giornalista Matteo Moder dialogherà con l'autore Riccardo Luccio.
Letture a cura di Lorenzo Zuffi.

Abstract
Nell’alta val del Biois vive quasi isolata una comunità di ciechi. In una discussione con un gruppo di vedenti, i ciechi dimostrano con argomentazioni inoppugnabili che la vista non esiste, e che se esistesse sarebbe una iattura, perché rivelerebbe solo la superficie delle cose celando la loro essenza.

Nota biografica
Riccardo Luccio è medico di formazione, ma ha condotto per tutta la vita ricerche sperimentali su modelli della percezione visiva e analisi dei dati. È professore emerito dell’Università di Trieste. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, tra cui dodici volumi, è alla sua prima (e probabilmente ultima) prova letteraria.
 
Nota introduttiva
Questo libro ha una lunga storia. Oltre quarant’anni fa si ritrovava spesso a Trieste un gruppo di amici, che tra i vari interessi aveva anche quello per la scrittura di piccole storie divertenti- quelle che Kawabata Yasunari avrebbe potuto chiamare “racconti in un palmo di mano”. La maggior parte di noi non pensava minimamente di dedicarsi alla letteratura come principale attività. Il tempo ha pensato al resto, e, come diceva Georges Brassens, “le temps est un barbare dans le genre d’Attila”. Il gruppo si è progressivamente disperso, alcuni di noi sono morti, altri sono stati pian piano piegati dal peso degli anni, altri ancora…
Tra il materiale che avevo prodotto in quegli anni vi è anche questo racconto, scritto a quei tempi lontani e mai più rivisto da allora. Il racconto doveva essere di due, tre cartelle, ma senza che riuscissi a controllarlo mi era cresciuto sotto i tasti dell’allora Lettera 22, il mio strumento di lavoro principe. Come il lettore potrà capire, il fatto che fosse scientificamente assorbito dalla ricerca sui problemi della percezione visiva ha svolto in questo un ruolo tutt’altro che marginale. Ma i miei “Ciechi sono rimasti a dormire nel fondo di un armadio, insieme ad altre carte di allora, per decenni.”