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Trissino, Gian Giorgio

Persona

Date 1478-1550

Paese ITALIA Lingua ITALIANO

Altri nomi

Trissino, Giovan Giorgio <1478-1550>

Trissino, Giouangiorgio

Trissinus, Ioannes Georgius

Trissino, Giangiorgio <1478-1550>

Trissino, G.

Autore di 19 risorse

è soggetto di 3 risorse

1478-1550 // Letterato, poeta, umanista, diplomatico, traduttore del De vulgari eloquentia di Dante, progettò un'imponente riforma della lingua e della poesia italiana sui modelli classici. Nato a Vicenza, morto a Roma.

Gian Giorgio Trissino dal Vello d'Oro (pronuncia Trìssino, /ˈtrissino/) (Vicenza, 8 luglio 1478 – Roma, 8 dicembre 1550) è stato un umanista, poeta e drammaturgo italiano. Protagonista di spicco della cultura rinascimentale, notissimo al tempo, esimio grecista e dantista, il Trissino incarnò perfettamente il modello dell'intellettuale universale di tradizione umanistica. [...]

Fonti

Censimento delle edizioni italiane del secolo XVI. Roma, ICCU: http://edit16.iccu.sbn.it/

Dizionario Biografico Treccani on line: www.treccani.it/biografie/

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      Scheda dati autore

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    === REPE ===

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    === LEGAMI Rinvio/Vedi anche ===
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    name: Trissino, Giouangiorgio
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    name: Trissinus, Ioannes Georgius
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    === DATI WIKI ===
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    RifWiki: http://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Giorgio_Trissino
    Descrizione: Gian Giorgio Trissino dal Vello d'Oro (pronuncia Trìssino, /ˈtrissino/) (Vicenza, 8 luglio 1478 – Roma, 8 dicembre 1550) è stato un umanista, poeta e drammaturgo italiano. Protagonista di spicco della cultura rinascimentale, notissimo al tempo, esimio grecista e dantista, il Trissino incarnò perfettamente il modello dell'intellettuale universale di tradizione umanistica. Si interessò di linguistica e di grammatica, di architettura e di filosofia, di musica e di teatro, di filologia e di traduzioni, di poesia e di metrica, di numismatica, di poliorcetica, e di molte altre discipline. Nota era, anche presso i contemporanei, la sua erudizione sterminata, specie per quel che riguarda la cultura e la lingua greche, sull'esempio delle quali voleva rimodellare la poesia italiana. Fu anche un grande diplomatico e oratore politico in contatto con tutti i grandi intellettuali della sua epoca quali Niccolò Machiavelli, Luigi Alamanni, Giovanni di Bernardo Rucellai, Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Giambattista Giraldi Cinzio, Demetrio Calcondila, Niccolò Leoniceno, Pietro Aretino, il condottiero Cesare Trivulzio, papa Leone X, papa Clemente VII, papa Paolo III, e l'imperatore Carlo V d'Asburgo. Fu ambasciatore per conto del papato, della Repubblica di Venezia e degli Asburgo, di cui fu un fedelissimo, come tutta la sua famiglia da generazioni. Scoprì e protesse l'architetto Andrea Palladio, appena adolescente, nella sua villa di Cricoli, vicino a Vicenza, che venne da lui portato nei suoi viaggi e fu da lui iniziato al culto della bellezza greca e delle opere di Marco Vitruvio Pollione.
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