
Grotius, Hugo
Persona
Date 1583-1645
Paese PAESI BASSI Lingua LATINO
Groot, Huig : van
Grozio, Ugo
Grotius, Ugo
Grocio, Hugo
Groot, Hugo : de
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1583-1645 // Giurista, filosofo, teologo e filologo olandese. Nato a Delft e morto a Rostock.

Huig de Groot (in olandese [ˈɦœyɣ də ɣroːt], latinizzato in Hugo Grotius, da cui l'italiano Ugone Grozio o, secondo la lezione più recente, Ugo Grozio) (Delft, 10 aprile 1583 – Rostock, 28 agosto 1645) è stato un giurista, filosofo, teologo, umanista, storico, poeta, filologo, nonché politico, di nazionalità olandese. Firma di Ugo Grozio. [...] Considerato da Pufendorf come il fondatore della «scuola del diritto naturale», giacché «prima di Ugo Grozio non ci fu nessuno che distinguesse rigorosamente i diritti naturali dai positivi, e si sforzasse di disporli in sistema chiuso e completo» (Eris Scandica, I), col suo De iure belli ac pacis (1625) contribuì, durante i travagliati anni delle guerre di religione europee, alla formulazione del diritto internazionale moderno. Nonostante il giudizio della critica contemporanea abbia ridimensionato l'originalità speculativa di Grozio, negandogli financo la qualità di filosofo, in sede storica, come ha osservato Fassò, non si può non riconoscere come la filosofia giuridica moderna faccia capo a lui, «involontario ma effettivo padre [...] di quello che viene chiamato il giusnaturalismo moderno». Gran parte dell'etica del Seicento e del Settecento, inoltre, ispirandosi al giusnaturalismo, può essere fatta indirettamente dipendere dalla dottrina groziana. Versato negli studi umanistici (alla sua opera di filologo si devono, ad esempio, alcune edizioni di Marziano Capella, Arato di Soli, Teocrito, nonché una «splendida traduzione latina» dell'Antologia Planudea) e teologici, tanto da essere giudicato «il più grande discepolo di Erasmo» (Cassirer), Grozio inaugurò, con le sue Annotationes in Vetus et Novum Testamentum (1679), l'epoca della «critica scientifica della Bibbia», incentrata su una valutazione storica dei libri della Scrittura, profondendosi al contempo in un'importante attività apologetica (la cui più alta espressione è contenuta in uno scritto del 1627, il De veritate religionis christianae), tesa ad affermare, al di là delle divisioni religiose, il significato genuino del cristianesimo. L'incontro di tradizione classica, specialmente stoica, e cristiana, retaggio dell'umanismo erasmiano, ha fatto assimilare l'opera groziana a una «sintesi [...] tra Cicerone ed il Vangelo» (Villey).
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